Gioco Analogico e Manualità

 

LA COORDINAZIONE OCULO-MANUALE E L’IMPORTANZA DEL GIOCO ANALOGICO

Nell’era digitale sentiamo sempre più spesso parlare di coordinazione oculo-manuale, una terminologia tecnica che sta diventando più frequente perché riguarda sfere differenti della nostra vita, che vengono giornalmente espresse e stimolate in un’infinità di attività più o meno consapevoli.

Ciò accade di continuo: quando scriviamo, cuciniamo, disegniamo, digitiamo al computer, scriviamo un messaggio o lanciamo e/o raccogliamo qualcosa. Quasi tutte le attività della nostra vita quotidiana, quindi, richiedono l’intervento della coordinazione occhio-mano. Ma di cosa si tratta nello specifico? La coordinazione oculo-manuale è la capacità di integrare la percezione visiva – ovvero il processo di elaborazione delle informazioni provenienti dal mondo esterno attraverso gli occhi ed elaborate a livello cerebrale – e l’azione delle mani, per compiere azioni di diversi gradi di complessità. Utilizziamo i nostri occhi per l’attenzione diretta e le nostre mani per eseguire una determinata attività. La coordinazione occhio-mano è, quindi, un complesso di abilità cognitive e dovrebbe guidare i movimenti della nostra mano, in base a stimoli visivi e feedback dati dal contesto.

Lo sviluppo della coordinazione occhio-mano è particolarmente importante per il normale sviluppo del bambino in vista di un buon apprendimento scolastico: una corretta gestione di questo meccanismo, ad esempio, permetterà di canalizzare le energie verso l’apprendimento inteso come contenuti, piuttosto che all’atto stesso della scrittura. Viceversa, una scarsa esperienza nella gestione della coordinazione oculo-manuale inciderà in modo significativo sulla performance scolastica, e più in generale sulla motivazione, perché può generare un forte dispendio energetico dovuto al grande sforzo richiesto dalla scrittura a scapito dei contenuti.

Alla luce di queste considerazioni appare più che mai importante avere cura di stimolare la coordinazione occhio-mano e migliorarla fin dalla tenera età. Possiamo aiutare i bambini con difficoltà motorie e/o sensoriali a sviluppare questa capacità con esercizi e compiti che ne richiedano l’utilizzo, partendo dalle forme più semplici e grossolane per poi, via via, accrescerne finezza e complessità esecutiva. Il tutto, ovviamente, proposto attraverso giochi divertenti! Il bambino imparerà strada facendo, attraverso attività e giochi mirati, ad eseguire movimenti che siano il frutto dell’interazione contemporanea di occhi e mani. Riuscirà ad usare i propri occhi per dirigere l’attenzione e contribuire, così, a raccontare al proprio cervello dove si trova il corpo nello spazio (propriocezione).

Ma come avviene lo sviluppo di queste capacità? Questo affascinate meccanismo ha inizio già nei primi mesi di vita, quando una delle attività preferite dal bambino risulta essere quella di portare spesso le mani alla bocca. Questa attività, così semplice e così ancestrale, è tra le prime ad avere un importantissimo e duplice significato: quello focalizzato alla conservazione della vita, ma anche l’inizio di una forte esperienza relativa al proprio corpo e al proprio Io, come sottolinea Boscaini (2007).

Al compimento del suo primo anno di vita il bambino è ormai una creatura incline a curiosare in modo vivace nell’ambiente che lo circonda, un essere che agisce nel mondo esplorando e diventando sempre più consapevole delle proprie capacità e del proprio corpo. Comincia, così, ad agire con gesti intenzionali diretti verso gli oggetti, a coordinare il movimento in virtù della sempre più armonica collaborazione fra occhio e mano coinvolti nell’azione.

Con l’avanzare del tempo e, grazie all’esperienza, il bimbo si riscopre capace di manipolare con maggior agilità gli oggetti, attivando e stimolando sempre più l’associazione occhio-mano così da poterli seguire quando li lancia e vedere poi dove atterrano. Durante i tre importantissimi anni della scuola dell’infanzia (3-6) il bambino va perfezionandosila sua motricità è sempre più coordinata e precisa e questo gli permette di cimentarsi in attività nuove e di complessità crescente.

In questa fase dello sviluppo la mano diventa come uno strumento che permette di agire dando vita a ciò che la mente ha pensato: disegnare, costruire, rompere, aggiustare, sfogliare, strappare, imparare pian piano a vestirsi occupandosi pure della propria igiene personale, basi per l’autonomia.

Anche negli anni successivi il bambino diventa sempre più agile e controllato. Dai sei agli undici anni, infatti, il progresso motorio e grafo-motorio si nota con chiarezza e si manifesta in svariate modalità: i movimenti diventano via via sempre più precisi e vanno affinandosi, si impara la manipolazione di alcuni oggetti come le forbici e a compiere azioni complesse come allacciare le scarpe. Tra i sei e i sette anni troviamo, poi, un altro importante traguardo: la scelta definitiva della preferenza laterale, ovvero la scelta fra la mano destra e la sinistra. Il bambino arriva a questo momento saliente con gradualità, dopo aver preso coscienza della differenza dell’utilizzo di una mano rispetto all’altra.

I CHIODINI QUERCETTI, GIOCATTOLI IDEALI PER SVILUPPARE LA MANUALITA’ FINE, LA COORDINAZIONE OCULO MANUALE E NON SOLO…

Un gruppo di neuroscienziati dell’Università di Stoccolma, ha stabilito scientificamente, per via sperimentale, che l’utilizzo regolare del gioco dei chiodini Quercetti è una formidabile ginnastica motoria per la mano che ha benefiche ripercussioni sul cervello che sarà avvantaggiato nelle abilità linguistiche.

Lo studio condotto analizza, in particolare, il momento in cui dobbiamo imparare a utilizzare un nuovo strumento manuale, in questo caso appunto il gioco dei chiodini, e come questo possa avere effetti benefici su altre funzioni cognitive, come l’attenzione e soprattutto l‘acquisizione di una nuova lingua.
I risultati ottenuti dalla ricerca dimostrano che le abilità di un soggetto misurate durante il gioco con i chiodini, gesto che allena la mobilità fine, predicono le sue abilità linguistiche. E’ stato riscontrato un miglioramento delle abilità motorie, dovuto a un intenso gioco con i chiodini, e conseguenti effetti benefici sulle abilità linguistiche.

I ricercatori hanno effettivamente trovato che le due abilità sono legate, visto che alcune delle aree cerebrali che svolgono queste funzioni sono le stesse. I dati dicono che persone che hanno ottenuto punteggi più alti a un test linguistico sono anche più veloci nel completare un compito motorio con i chiodini. A seguire, è stato riscontrato un miglioramento delle abilità motorie, dovuto a un intenso gioco con i chiodini, e i conseguenti effetti benefici sulle abilità linguistiche misurate con diversi test.

In sintesi i bambini che giocano parecchie ore a settimana con i chiodini imparano a parlare meglio e prima.  Per lo stesso principio, gli adulti che si avvicinano allo studio di una nuova lingua, e che giocano spesso con i chiodini, apprendono meglio, perché la parte del cervello impegnata in queste due attività è la stessa.

I ricercatori hanno effettivamente trovato che le due abilità sono legate, visto che alcune delle aree cerebrali che svolgono queste funzioni sono le stesse. I dati dicono che persone che hanno ottenuto punteggi più alti a un test linguistico sono anche più veloci nel completare un compito motorio con i chiodini. A seguire, è stato riscontrato un miglioramento delle abilità motorie, dovuto a un intenso gioco con i chiodini, e i conseguenti effetti benefici sulle abilità linguistiche misurate con diversi test.

In sintesi i bambini che giocano parecchie ore a settimana con i chiodini imparano a parlare meglio e prima.  Per lo stesso principio, gli adulti che si avvicinano allo studio di una nuova lingua, e che giocano spesso con i chiodini, apprendono meglio, perché la parte del cervello impegnata in queste due attività è la stessa.